Psicologi e Psicologia in Liguria

Supplemento al Giornale degli Ordini degli Psicologi della Liguria – n. 1/2016

Dalla parte dei bambini

Grazia Fresco Honegger, Dalla parte dei bambini. La scuola dall’obbligo all’oblio.

                                                                                                                                         di Giorgio Macario

Perché il metodo Montessori è un evergreen che ciclicamente viene decantato su quotidiani e periodici come fondamentale nella formazione di alcune delle più brillanti menti del nostro tempo, per poi essere repentinamente dimenticato?

Perché ci sono non più di 200 fra nidi e scuole Montessori in Italia, mentre sono più di 6.000 in tutto il mondo? E’ anche per rispondere a queste domande che la lettura degli scritti di Grazia Fresco Honegger, che di Maria Montessori è stata allieva, può venirci incontro. Confesserò fin da subito la mia vicinanza affettiva (fin dagli anni ‘80 quando eravamo entrambi istruttori nei CEMEA Toscani)  e la mia sconfinata stima professionale per Grazia Fresco Honegger, universalmente conosciuta ed apprezzata come interprete della modernità dell’apporto montessoriano per l’educazione all’infanzia, che l’ha portata a ricevere nel 2008 il Premio UNICEF. Dopo il fondamentale contributo biografico MARIA MONTESSORI, una storia attuale, con il suo testo DALLA PARTE DEI BAMBINI. La scuola dall’obbligo all’oblio (L’ancora del mediterraneo, Napoli, 2011) l’autrice ribadisce ancora una volta il suo essere radicalmente e concretamente “per una scuola realmente centrata sul bambino, sullo studente.” Specificando ancora: “Sono loro i protagonisti, il centro attorno al quale gli adulti dovrebbero costruire insieme un sapere basato sull’attenzione, sul rispetto, sull’osservazione e anche sulla riflessione, individuale e collegiale.” Un manuale di ‘pedagogia operativa’, quindi, che condensa considerazioni comprensibili, esempi calzanti e non scontati, racconti folgoranti.

Fra questi eccone alcuni.

La scuola deve essere ‘ricca di tempo’ ma non scadere nella corsa all’anticipazione continua.

E’ auspicabile sia ‘su misura’, anche se si fatica a realizzarla entro costruzioni anonime e spazi poco vivibili e accoglienti come una casa.

La scuola è poi destinata quasi per definizione ad accogliere tutte le ‘diversità’ e sarebbe bene sostenesse il più possibile forme di aiuto fra pari; dovrebbe lasciare più spazio di movimento per favorire un maggiore autocontrollo “dei gesti e delle parole” e dovrebbe riconoscere una fiducia di fondo ai ragazzi, personalizzata e mirata.

Ma l’attenzione non è certo rivolta solo ai ragazzi, quanto agli adulti, in primo luogo insegnanti e genitori. Una buona collaborazione fra di loro è quanto di più importante possa essere fatto a favore dei ragazzi. Una costante formazione per gli adulti –con un rispetto reciproco fra gli educatori ‘naturali’/genitori e gli educatori ‘professionali’/ insegnanti- è infatti già di per sé un fondamentale e concreto esempio educativo fornito ai giovani.

Rispetto poi ai bambini rom nell’ambito della scuola, si cita una insegnante di Milano che descrive come in merito a questa problematica genitori ed insegnanti insieme abbiano fatto molto, al di là dell’ottusità delle stesse istituzioni

E ancora: il gioco come “piacere vitale”; la centralità del movimento, visto anche come possibile prevenzione del bullismo; l’errore come importante strumento di auto-formazione per “imparare a sbagliare senza paura” e il voto come possibile strumento di autoverifica per una “scuola cooperativa e non competitiva”  nel segno di Montessori, Zoebelli e Freinet. Il resto credo possa essere agevolmente integrato da una piacevole lettura del testo.

Dice Zygmunt Bauman: “Nella nostra storia umana abbiamo un numero rilevante di donne e uomini coraggiosi che, come farfalle, hanno cambiato la storia in maniera radicale e positiva. (…) Aiutiamole a sbattere le loro ali”.

Grazia Fresco Honegger è sicuramente una di queste. Si defilerebbe con modestia, sono certo, vedendo messo così al centro il suo contributo personale, ma credo le piacerebbe molto l’esortazione ad una partecipazione corale che restituisca protagonismo a ciascuno.