5- 1998, Elena Loewenthal, Buon appetito, Elia! – Manuale di cucina ebraica, Baldini e Castoldi.

“Questo…è un libro di cucina pensato non tanto per la massaia o, perchè no, per il massaio ebreo, quanto per l’ospite di turno. Incuriosito e solleticato, invogliato e magari dapprima respinto, dai sapori, gastronomici e non, del mondo ebraico.”

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6- 1987, Silvio Torre, Su e giù per boschi tra vigne e oliveti. Alla ricerca del ristorante segreto, Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Savona.

“E’ davvero superato l’assioma secondo cui a tavola non si invecchia? Nel senso, ovvio, dei piaceri di un banchetto dove emerga tutta la perizia dell’arte gastronomica e culinaria. Le scatolette, pur utili, le soste agli autogrill, talvolta necessarie, non condiscono a sufficienza la vita, così come alla lunga si diventa nevrotici mangiando soli.”

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7-2003, (a cura di) Annamaria Coccioli – Anna Golinelli – Ingrid Scofone, La cucina del buonumore, De Ferrari.

“Noi, popolo dei golosi mai pentiti ma recidivi, siamo sempre stati saldi nelle nostra convinzione (ecco l’IDEA) che lo squisito piacere della tavola non si esaurisca nel breve attimo ma resti dentro di noi come sensazione duratura dei nostri affanni più nascosti.”

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8 – 1994, Petrucci, Favole senza tempo, Francesco Pirella Editore

” Adesso piantiamo lì e andiamo a mangiare in quell’osteria là dove per il mio cappello c’è un trattamento speciale.”

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9 – 1985, Lele Luzzati: figure incrociate, L’opera completa di un protagonista della grafica, La casa Usher.

“… io racconto come posso e come mi piace e confesso che mi diverto. Se poi riesco a comunicare anche col pubblico, a divertirlo, tanto meglio; se no…pazienza! L’importante è essere se stessi.”

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10 – 1995, Petrucci, Cucina & Santi, Francesco Pirella Editore.

“Luogo privilegiato dell’immaginario materiale, il cibo appare il tramite dello scambio simbolico tra l’uomo e il mondo.(…) In una terra aspra e avara come la Liguria, le rare occasioni festive, nelle quali si consumavano cibi grassi come il maiale e ripieni come i ravioli, assumevano anche il significato utopico di celebrazione del Paese di Cuccagna, mito compensatorio alla fame dei poveri e dei contadini.”

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11 – 1997, Elena Loewental, Un’aringa in paradiso. Enciclopedia della risata ebraica, Baldini e Castoldi

“Qual’è la differenza fra un ristorante ebraico e uno che non lo è? Semplice, in un ristorante qualunque si sente la gente conversare e la si vede mangiare. In uno ebraico la si sente mangiare e la si vede conversare.”

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12 – 1993, Tonico Conte, I tre grassoni, Editori Riuniti.

“Ora, come è giusto, Grano, Carbone e Ferro – i ricchi mangioni – sono in gabbia e ruggiscono come bestie feroci, ma non fanno più paura a nessuno.”

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E qui termina l’incontro tra Lele Luzzati e l’EXPO sul CIBO del 2015!