Firenze, ottobre-dicembre 2012

Cittadini in crescita-copertina 2014

Le finalità dell’azione formativa 2012 promossa dalla Commissione per le adozioni internazionali in collaborazione con l’Istituto degli Innocenti hanno riguardato l’innovazione negli apporti, che ha contraddistinto in particolare la fase progettuale, e la diffusione a livello territoriale degli esiti della formazione. Per rendere operative tali finalità sono state prefigurate particolari attenzioni metodologiche e sono stati predisposti strumenti ad hoc, con la previsione di una auto-ricognizione già realizzata nei primi mesi del 2013 e volta al miglioramento dell’offerta formativa. Nonostante sia stato mantenuto l’impianto generale della formazione perché frutto di una costante evoluzione, l’articolazione dei lavori è stata calibrata con un’attenzione particolare alle due citate finalità, e ha comportato – per fare solo due esempi fra gli altri – la ricerca degli apporti conoscitivi metodologicamente più significativi e l’aumento del tempo dei lavori di gruppo con una progettazione calibrata del loro svolgimento.

Questo spazio di elaborazione e diffusione del pensiero e delle prassi che è ormai una sorta di laboratorio teorico-pratico, continua ad essere riproposto pur in tempi non facili. A parte chi ha lavorato alla sua realizzazione pratica, è doveroso ricordare che sono due i soggetti collettivi e istituzionali che rendono possibile il percorso. Il primo è naturalmente la Commissione, e le persone che al suo interno hanno sempre creduto nel valore della formazione. Il secondo soggetto, insostituibile, è invece la comunità temporanea di pratiche e di pensiero che si ricostituisce a ogni incontro, composta di rappresentanti appartenenti a tutti i principali interlocutori della realtà delle adozioni: Regioni e servizi territoriali, enti autorizzati e giudici dei tribunali per i minorenni –peraltro già citati in apertura-, cui dallo scorso anno si sono aggiunte le procure. Molti dei soggetti di questa “comunità di pratiche” si prestano spesso a esercitare il ruolo di esperti, pur da partecipanti, assumendo volta a volta funzioni che potremmo definire da primus inter pares (tavole rotonde, preparazione di sintesi, approfondimento di tematiche trasversali, ecc.). È una alchimia unica nel panorama nazionale, che anche quest’anno si è riproposta con esiti più che soddisfacenti grazie al contributo attivo di molti.

Nel corso del 2012 sono stati realizzati tre corsi di formazione di quattro giornate ciascuno, suddivisi in una fase preliminare e in una di specializzazione entrambe di due giornate. Hanno partecipato circa 300 operatori in rappresentanza del target indicato, con un’assegnazione progressiva commisurata al numero di adozioni realizzate nell’ultimo triennio dai diversi servizi ed enti e un partecipante per ciascuna delle sedi giudiziarie.

Le aree di lavoro formativo hanno riguardato tre argomenti considerati di grande rilevanza nello sviluppo delle adozioni internazionali in Italia.

  • Il primo corso ha riguardato la tematica “adozioni internazionali dal pre al post-adozione”; trattare un argomento così vasto è impresa non semplice ma rappresenta spesso una necessità inderogabile in caso di subentri, sostituzioni e ri-utilizzi di personale nel settore, magari a distanza di tempo. Favorire il ricambio nelle équipe adozioni e negli staff degli enti autorizzati e agevolare la sensibilizzazione e la formazione di chi va progressivamente a sostituire gli operatori ‘storici’ del settore si è rivelata una necessità che si accresce di anno in anno e che ha favorito un’ottima accoglienza anche in questo secondo anno di attuazione. (Le adozioni internazionali dal pre al post-adozione. Modulo base. 9/10 ottobre e 13/14 novembre 2012).
  • Il secondo ha affrontato il tema dell’accesso alle informazioni sulle origini, sempre più all’attenzione dei diversi soggetti protagonisti dell’adozione internazionale, che chiama in causa una molteplicità di aspetti che vanno dalla conoscenza della propria condizione di adottato e alle informazioni sul contesto di provenienza, alle caratteristiche della famiglia biologica e alla presenza di eventuali fratelli o altri parenti. I risvolti e le implicazioni giuridiche nella concreta realizzazione nelle pratiche giudiziarie e sociali, così come le implicazioni psicologiche connesse alla ricostruzione della propria storia di vita hanno rappresentato solo alcuni degli aspetti più significativi presi in considerazione (L’accesso alle informazioni sulle origini nelle adozioni internazionali. Aspetti giuridici, psico-sociali e relazionali. 16/17 ottobre e 27/28 novembre 2012).
  • Il terzo corso ha approfondito l’inserimento del bambino adottato, considerato come una delle fasi più delicate nella costruzione del nuovo nucleo familiare. Momento classicamente ritenuto di avvio della fase post-adottiva, rappresenta in realtà il punto di partenza della vita del nucleo familiare e quindi dell’adozione in quanto tale, portando a sintesi tutta la preparazione realizzata nel pre-adozione e prefigurando le possibili evoluzioni del post-adozione. L’adeguato sostegno alle figure genitoriali anche sull’ansiogeno e poco trattato tema delle verifiche sanitarie, oltre che sulle particolarità dell’inserimento di bambini con special needs, ha rappresentato concretamente un approfondimento fortemente sentito, anticipato lo scorso anno da un analogo corso sulla preparazione delle coppie in caso di adozione di bambini con bisogni speciali (Il sostegno alla famiglia adottiva a partire dall’inserimento del bambino adottato. Specificità delle adozioni “special needs”. 23/24 ottobre e 11/12 dicembre 2012).

La metodologia che ha caratterizzato gli interventi formativi ha teso a ricercare il mix ottimale fra riflessioni pratico-teoriche sulle esperienze, sistematizzazioni dei lavori di ricerca in merito agli specifici argomenti trattati e contributi più di taglio teorico-metodologico. Ugualmente, l’impostazione del lavoro formativo come formazione-intervento (attento cioè alle ricadute operative successive e ai cambiamenti innescati direttamente dai partecipanti) e la trasversalità delle proposte che tengono conto delle diverse fasi dal pre- al post-adozione – sia come premesse che come conseguenze dell’intervento – hanno costituito fattori metodologici essenziali per consentire un confronto esteso fra le diverse aree territoriali, favorendo altresì per quanto possibile l’innovazione nei singoli servizi territoriali e negli enti autorizzati.

La diffusione delle iniziative formative negli ambiti territoriali, cui si è già fatto riferimento come una finalità prioritaria, ha già comportato la raccolta, a corsi conclusi, di oltre 120 specifiche schede utili anche per favorire l’elaborazione degli interventi post-formazione in ambito territoriale.

La valorizzazione delle più innovative fra le esperienze pregresse e l’utilizzo degli operatori esperti durante le attività formative –secondo le modalità già delineate ed altre ancora- ha inteso favorire un apprendimento quanto più possibile integrato. Analogamente è accaduto per quanto riguarda i lavori di gruppo con lo staff che si è particolarmente impegnato in specifiche sessioni di approfondimento e preparazione, che hanno favorito la costituzione di “gruppi-ricercatori collettivi” e di “gruppi-comunità” secondo le indicazioni più innovative presenti in letteratura[1].

 

Per la prima volta, in riferimento alla formazione nazionale realizzata nel 2012, è stato possibile accreditare gli eventi formativi realizzati. L’alta qualità ampiamente riconosciuta negli anni, ha consentito di acquisire per ciascun corso di quattro giornate formative, 24 crediti per gli assistenti sociali e ben 32,7 crediti ECM per gli psicologi e le altre figure professionali previste.

Unitamente a tale innovazione, l’altro consistente cambiamento realizzato, connesso in particolare ad agevolare le strategie di diffusione del lavoro formativo nei rispettivi ambiti territoriali, ha riguardato la preparazione in tempo reale di una chiavetta usb di 4 GB per ciascuno dei partecipanti. I materiali inseriti, e facilmente esportabili e quindi riproducibili, comprendono il progetto formativo e il programma del corso, gli abstract delle relazioni e delle presentazioni di esperienze, le relative presentazioni in powerpoint proiettate durante i lavori, le presentazioni approfondite dei filmati utilizzati nei percorsi formativi, i materiali di sintesi dei gruppi di lavoro, uno specifico documento denominato “percorso virtuale sull’adozione internazionale” con ipertesti inseriti relativi alla documentazione bibliografica, giuridica, filmografica e web, tutte le pubblicazioni della CAI relative alla formazione e le più recenti pubblicazioni contenenti i dati statistici, più diversi altri materiali di documentazione.

Il livello di soddisfazione dei partecipanti, direttamente esplicitato e percepibile nelle fasi conclusive di tutte e tre le attività formative è risultato molto consistente; analogamente i partecipanti si sono espressi relativamente al raggiungimento degli obiettivi formativi, e dai primi riscontri relativamente agli strumenti valutativi somministrati tali pronunciamenti appaiono ampiamente confermati. L’analisi più puntuale di tutti gli item esplorati potrà poi fornire indicazioni preziose per il prosieguo delle attività formative già previste per il 2013.

 



[1] Per i “gruppi-ricercatori collettivi” cfr. C. Kaneklin, Il gruppo in teoria e in pratica, Raffaello Cortina, Milano 2010. Per i “gruppi-comunità” cfr. invece E. Enriquez, Essere un gruppo che pensa. Dal ripiegamento identitario al lavoro di interrogazione per fondare gruppi innovativi, in «Animazione sociale» n. 262/2012.