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La formazione nazionale e internazionale per le adozioni internazionali in Italia:  

continuità, complessità, qualità.

                                                                                                                         Giorgio Macario (*)

 Continuità.

Da oltre un decennio le attività formative promosse e realizzate dalla Commissione per le Adozioni Internazionali, in collaborazione con l’Istituto degli Innocenti di Firenze, si svolgono in attuazione del disposto normativo di cui alla Legge n. 476/98, laddove, all’art. 39 – comma 1, lett. g) cita testualmente: (La Commissione per le adozioni internazionali) “ promuove iniziative di formazione per quanti operino o intendano operare nel campo dell’adozione”.

Ora è di tutta evidenza che questo riferimento legislativo, pur fondamentale, da solo non avrebbe potuto produrre negli anni un dispositivo formativo coerente ma articolato ed aperto al tempo stesso a interpretare le esigenze in divenire del mondo delle adozioni internazionali nel suo complesso.

Sono diversi i fattori che hanno consentito di giungere ad un tale risultato –che già nel 2004 veniva riconosciuto dal positivo pronunciamento della Commissione Parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza nella sua indagine conoscitiva sulle adozioni in Italia- e di consolidarlo nel tempo: in primo luogo, la forte determinazione sia politica che tecnico-gestionale della Commissione per le adozioni internazionali che ha finanziato, indirizzato e supportato costantemente le attività formative; in secondo luogo la collaborazione costante dell’Istituto degli Innocenti di Firenze, che con una presenza continuativa alla progettazione e realizzazione delle diverse iniziative, ha messo a disposizione adeguate competenze tecniche in ambito formativo e gestionale; infine, last but not least, la presenza costante e convinta dei diversi soggetti istituzionali coinvolti nei percorsi formativi (regioni e servizi territoriali, enti autorizzati e tribunali per i minorenni) ha consentito un crescente protagonismo degli operatori coinvolti.

Con una presenza costante che fa sì che in ogni iniziativa ci sia almeno il 50% dei partecipanti che hanno già frequentato seminari negli anni precedenti, e che un 30% circa abbia seguito con continuità praticamente tutti i percorsi proposti. Questi brevi accenni iniziali possono rendere evidente il primo dei tre fattori caratterizzanti la formazione nazionale, e cioè la continuità degli apporti formativi, fondamentale fino al punto di aver consentito di teorizzare –e realizzare concretamente- una ‘comunità temporanea di pratiche e di pensiero’ fra le oltre 300 persone che mediamente ogni anno prendono parte alla formazione (con sessioni seminariali per ciascun anno mediamente di 4 giornate –ma in passato anche fino a 6 giornate-, e con iniziative internazionali di 2 giornate che hanno anche finalità formative).

 Complessità.

Ma il meccanismo formativo che è stato costruito nel tempo rende evidente il perché la complessità sia il secondo fattore caratteristico della formazione realizzata.

Intanto un’evoluzione per niente lineare delle proposte formative, che è evoluta seguendo le diverse necessità formative, spesso anticipandole (come nel caso della formazione sul tempo dell’attesa che, realizzata nel 2008, ha orientato la programmazione sul tema di moltissime Regioni italiane).

Dall’analisi delle diverse fasi del percorso adottivo nel 2001 si è passati all’approfondimento disciplinare (organizzativo, giuridico, psicologico e socio-culturale) realizzato però con apporti prevalentemente interdisciplinari nel 2002; dagli stage internazionali nei Paesi di origine nell’est-Europa nel 2003-2004 con un dispositivo di formazione-formatori che ha visto delegazioni italiane di 25-30 operatori recarsi in Bielorussia, Romania, Bulgaria ed Ungheria, al sostegno, nel 2005,  alla diffusione territoriale dei risultati acquisiti nella formazione internazionale realizzata in precedenza; dagli approfondimenti sul post-adozione nel 2006-2007 alla prefigurazione del lavoro di sostegno per il tempo dell’attesa nel 2008; dai seminari di approfondimento sull’inserimento scolastico, l’adolescenza adottiva e l’adozione di fratelli del 2009 a quelli sui percorsi qualità, sull’intercultura e sullo studio di coppia nel 2010, fino alle attività in fase progettuale del 2011 su gruppi di sostegno, special needs ed eccellenze nelle diverse fasi dal pre al post-adozione. E ancora è stato realizzato (nel 2009-2010) il primo scambio formativo internazionale fra Italia e Brasile, con una formazione del gruppo italiano in Brasile e del gruppo brasiliano in Italia più un seminario formativo finale congiunto; sono stati realizzati convegni nazionali ed internazionali orientati anche alla diffusione dei risultati formativi raggiunti; sono state infine concretizzate sessioni formative dedicate a gruppi dirigenti di singoli Paesi di origine dove i migliori esperti italiani provenienti anche da Servizi territoriali, Enti autorizzati e Tribunali per i minorenni sono stati chiamati a collaborare in qualità di formatori.

Elemento di ulteriore complessità è rappresentato dalla stessa scelta dei partecipanti, che vede coesistere indicazioni numeriche precise dei  target interessati con una ampia autonomia delle diverse regioni, organizzazioni ed istituzioni nel decidere le singole partecipazioni. E visto l’interesse specifico per il tema dell’idoneità nel numero della rivista che ospita questo intervento, può essere interessante sapere che in media gli operatori (psicologi ed assistenti sociali, provenienti da tutte le Regioni d’Italia, che si occupano anche di idoneità) sono il 55% del totale dei partecipanti ai corsi; i giudici minorili togati, spesso gli stessi Presidenti dei Tribunali,  sono tendenzialmente il 5% del totale in rappresentanza di circa la metà delle 29 sedi sparse per l’Italia (ma in alcune iniziative arrivano all’8% del totale); il restante 45%  dei partecipanti è quindi rappresentato da operatori degli Enti autorizzati.

Infine, rappresenta un fattore di complessità anche la necessità di mantenere livelli di eccellenza nella scelta degli apporti conoscitivi, degli esperti e degli equilibri da costruire fra i diversi indirizzi e orientamenti.

 Qualità.

L’ultimo fattore caratteristico della formazione realizzata è la qualità. La realizzazione di seminari come strumento principale dell’intervento formativo si è perfezionata nel tempo con indicazioni metodologiche che, dato lo spazio contenuto, è possibile  indicare solamente per sommi capi. Si tratta in sintesi di una definizione accurata del target; di una programmazione fortemente interdisciplinare; di lavori di gruppo interprofessionali; di uno staff  didattico articolato (responsabile scientifico – coordinatore scientifico – tutor) ed esperti di livello nazionale; di una promozione di interventi esperti da parte degli operatori; di una residenzialità ‘sostenibile’ (con la successione di due giornate residenziali –seminario preliminare-, più altre due giornate –seminario di specializzazione- a distanza di 1-2 mesi); ed infine della concreta costruzione di un modello prassi-teoria-prassi che evolve nel tempo. Naturalmente i seminari formativi sono solo uno degli strumenti utilizzati, anche se il principale. Ma questi vengono integrati spesso, come già accennato, da un utilizzo anche formativo di convegni nazionali ed internazionali di sintesi e diffusione dei risultati; da giornate di formazione preliminari allo svolgimento di stage all’estero;  da stage di formazione e scambio a livello internazionale; e così via. Si è passati, in sintesi, da una formazione-orientamento per comprendere contesto e strumenti utilizzabili nei primi anni di applicazione della legge n. 476/98 ad una  formazione-competenza che ha consolidato molti saperi anche esperienziali, fino a costruire una formazione-elaborazione aperta a percorsi di formazione-formatori ed infine una formazione-intervento tutt’ora in fase di sviluppo, che vede una maggiore partecipazione attiva dei soggetti formati.

Ma tutto quello che è stato fatto per formare adeguatamente i diversi soggetti impegnati nel mondo delle adozioni affinchè possano sostenere al meglio le coppie aspiranti all’adozione e quindi le neo-famiglie adottive, si è potuto realizzare solo perché l’impegno a perseguire il benessere dell’infanzia dovunque si trovi ha sempre guidato, e continua ad ispirare, tutti i protagonisti di quest’impresa sfidante ma allo stesso tempo entusiasmante.

 

(*) Formatore e psicosociologo – Docente di Educazione degli adulti all’Università di Genova                                                                         Consulente dell’Istituto degli Innocenti di Firenze

Indicazioni bibliografiche:

-Commissione per le adozioni internazionali, Collana Studi e Ricerche n. 10

-La qualità dell’attesa nell’adozione internazionale. Significati, percorsi, servizi (a cura di G. Macario),

-Istituto degli Innocenti, Firenze 2010. (Oltre ai precedenti volumi n. 1/2003; n. 4/2005; n. 7/2008 ed al nuovo volume in fase di realizzazione su “L’Italia e il Brasile per il benessere dell’infanzia nelle adozioni internazionali – Innovazioni formative e scambio di esperienze”)

-G. Macario, Specificità e complessità nella formazione nazionale per le adozioni internazionali (L. 476/98), in G. Macario, L’arte di formarsi. Professionisti riflessivi e sensibilità autobiografiche, Unicopli, Milano 2008 (pp. 81/124).

 

 

 

Scheda sintetica.

 

L’Istituto degli Innocenti di Firenze opera da quasi sei secoli a favore della famiglia e dell’infanzia e rappresenta la prima istituzione, nel mondo allora conosciuto, esclusivamente dedicata all’assistenza dei fanciulli. Progettato e realizzato da Filippo Brunelleschi, coniuga una sede caratterizzata da  un patrimonio artistico-monumentale considerevole con una vocazione all’accoglienza dell’infanzia che dalle molte centinaia di bambini in stato di abbandono ospitati nel passato,  è passata, con l’avanzato processo di de istituzionalizzazione, ad avere una pluralità di servizi e attività diversificate. Che comprendono: una casa di accoglienza per minori e case di accoglienza per gestanti e madri con figlio; nidi e servizi educativi integrativi; centro di documentazione, ricerca e analisi, formazione in materia di infanzia, adolescenza, famiglia. Inoltre, l’Istituto è da molti anni Centro di riferimento nel settore per la Regione Toscana; presso l’Istituto ha sede il Centro di ricerca internazionale UNICEF-IRC; è attiva la Biblioteca Innocenti Library (collaborazione UNICEF-Innocenti) con più di 19.000 documenti sull’infanzia; gli sono affidate dal Governo Italiano le attività del Centro Nazionale di Documentazione e Analisi sull’Infanzia e dell’adolescenza; è sede del Segretariato permanente di ChildOnEurope, network europeo degli Osservatori nazionali sull’Infanzia; collabora infine continuativamente, fin dalla sua nascita, con la Commissione per le adozioni internazionali, Autorità centrale italiana per l’adozione internazionale.