Copertina-CONVERSAZIONI CON LELE

 

15 racconti e 20 incontri con Emanuele Luzzati

YouCanPrint (2013)

Se poco vi incuriosisce della narrazione di uno straordinario incontro tra due persone, che se ne vanno a zonzo nello spazio e nel tempo, tra realtà e fantasia; se ancor meno vi interessa di partecipare alla lettura di un singolare diario che – a un tempo – rappresenta presente e passato di molteplici esistenze (compresa la vostra); insomma, se nulla vi affascina dell’arte auto- e bio- “grafica”, lasciate perdere. Cambiate libro.

Altrimenti mettetevi comodi. Concedetevi qualche ora di serena e rilassata lettura.

Nei primi sette minuti – però – provatevi in questo esercizio (questo è il mio suggerimento, poi fate quello che vi pare!): accompagnati da Mozart – Andante del concerto per pianoforte e orchestra n.8 in do maggiore, k 246 – immaginate come e cosa i bambini rappresentati in copertina abbiano fatto prima di radunarsi lì, davanti a voi. In coro.

La soluzione la troverete tra le pagine di “Conversazioni con Lele” di Giorgio Macario.
Ovvero: la favola di Pollicino, ma alla rovescia. In cui le briciole sono raccolte dall’autore – e da ogni singolo lettore – per giungere, ed essere ospitati nella casa di Emanuele Luzzati.

Fin dalle prime pagine si viene colti di sorpresa.
Puf, puf … puf: all’improvviso – pare dal nulla – prendono a comparire persone e nuovi personaggi. E non la smettono più. Per ogni briciola, che Giorgio riporta a Lele, si scopre “un numero di connessioni che sono potenzialmente infinite”. Una straordinaria produzione: illustrazioni, scenografie e costumi, animazioni, disegni e collage, serigrafie, murales, immagini, poesie e filastrocche, manifesti, incisioni, tessuti e ceramiche.
Che si sia coscienti della circostanza (o meno), ebbene, ognuno di noi ha avuto modo di venire a contatto – visivo o tattile – con una delle innumerevoli briciole con le quali Emanuele Luzzati ha abitato il suo e nostro mondo.
Giorgio Macario si è provato a raccoglierle. A scrivere di sé nel corso della ricerca. Ma soprattutto ci rende partecipi del privilegio – da lui vissuto – di frequentare Lele e la sua dimora. Incontri straordinari. A volte curiosi. Sempre preziosi.

Il diario – di poco meno di tre anni – narra di tutto ciò. Ma va certo oltre.
Infatti è possibile partecipare della speciale testimonianza – che Giorgio ci offre – in qualità di amanti luzzattiani (o luzzattologhi), di cultori dell’espressione auto- e bio- grafica, di lettori appassionati delle molteplici forme che si danno nell’incontro tra due persone. Sincere ed entusiaste. Vitali ed emozionate.
Un percorso che coinvolge il lettore anche dal punto di vista storico e sociale, e non meno in relazione alla dimensione pedagogica. Emerge, tra le pagine del diario di Giorgio, la narrazione (passo passo) di un’intensa esperienza autoformativa.
Che al lettore viene anche un pochino d’invidia. Quella sana, che spinge all’emulazione.

Vi svelo l’epilogo: Giorgio Macario non ce la farà a raccogliere tutte le briciole.
Non ce la potremmo fare nemmeno noi messi tutti assieme.
Questa è la “normale straordinarietà” di Lele.

P.S.
Fossi in voi leggerei la prefazione al termine. Piuttosto – subito – la postfazione. (Renato Padovani)