QUAGLINO-Copertina-2011

Manifesto della terza formazione. – Raffaello Cortina Editore (2011)

I contributi dei ‘grandi maestri’ nei diversi campi del sapere sono tutti di per sé significativi.
Ma alcuni di questi rimangono particolarmente impressi perché nel loro periodo più maturo, si rivolgono all’essenza del loro insegnamento cercando di delineare come meglio ci si può occupare della sopravvivenza dell’uomo e della sua felicità.
‘Perché la guerra. Carteggio con Einstein” di Sigmund Freud del 1932; ‘La lezione di questo secolo’ di Karl Popper del 1992 o ‘I sette saperi necessari all’educazione del futuro’ di Edgar Morin del 1999 rappresentano i primi esempi che mi vengono in mente.
Ebbene, ‘La scuola della vita. Manifesto della terza formazione’ appena pubblicato da Gian Piero Quaglino, costituisce a mio avviso un eccellente contributo di riflessione che va nella stessa direzione.
Da tempo si attendeva un contributo proveniente dagli esperti di organizzazione che consentisse di coniugare la tematica formativa con una attenzione diffusa alla piena realizzazione della singola persona. Una sorta di ‘superiore interesse del minore’ così come è delineato nelle principali Convenzioni Internazionali, esteso al ‘superiore interesse del singolo individuo’ in tutte le vicende che lo riguardano.
Ed è proprio uno dei padri della formazione in Italia, Gian Piero Quaglino, che ha scritto testi fondamentali quali ‘Fare formazione’ e ‘Il processo di formazione’, che hanno cercato –spesso riuscendoci- di dare un assetto più ordinato al pensiero sulla formazione e consolidare un quadro teorico il più articolato e coerente possibile, che ad un certo punto si accorge che la formazione finalizzata all’organizzazione tende troppo spesso a sovrastare le singole persone. E lancia, con questo interessante e denso contributo, il suo inno alla vita che passa per il manifesto della terza formazione.
Cerca cioè, al di là ed oltre la formazione trasmissiva (la prima formazione votata all’esposizione del sapere mediante i contenuti) e la formazione elaborativa (la seconda formazione attenta ai progetti ed ai processi che cercano di coniugare sviluppo organizzativo e potenziamento individuale) una terza formazione più adatta alla scuola della vita, più attenta ai ‘mondi interiori’ che ai ‘mondi esteriori’, che possa consentire a ciascuno di riconoscere la propria singola e unica soggettività. Con un accedere all’esperienza non tanto per la via della ragione (del mondo esteriore) quanto per la via del sentimento (del mondo interiore).
Più che alla cura dell’io, Quaglino indirizza la terza formazione alla coltivazione di sé, che vuol dire, in sostanza, ‘vivere sé stessi in formazione e in trasformazione’. Seguendo un cammino che viene enucleato in un percorso-manifesto che spazia dalla riflessione all’interpretazione, fino a giungere all’immaginazione e alla narrazione, aprendo altrettante finestre dense di riferimenti associativi e che tradiscono ancora, per alcuni aspetti, la vocazione sistematizzante dell’autore. Per concludere con una delle innumerevoli citazioni di C. G. Jung: “Guai a coloro che vivono seguendo dei modelli! La vita non è con loro. Se voi vivete seguendo un modello, allora vivrete la vita del modello, ma chi dovrebbe vivere la vostra vita, se non voi stessi? Dunque, vivete voi stessi”. (G.M.)