articolo Brasile 2013

Innovazioni formative nelle adozioni internazionali fra Brasile e Italia

                                                                                                                                                                                            di Giorgio Macario*

(…) quanto più si sostengono i percorsi formativi

per tutti coloro (giudici, operatori sociali, psicoterapeuti)

che approcciano le famiglie che “osano adottare”,

tanto più si concorre al benessere sociale

Eugenia Scabini e Vittorio Cigoli[1]

 

1. Il primo percorso formativo bilaterale fra un paese di accoglienza e un paese di origine

L’Italia e il Brasile sono fra i primi sottoscrittori, insieme ad altri 59 Paesi, della Convenzione di New York sui diritti dell’infanzia del 20 novembre 1989 e, pochi anni dopo, entrambi hanno partecipato alla stesura della Convenzione de L’Aja del 29 maggio 1993 sulla protezione dei minori e la cooperazione in materia di adozione internazionale e quindi, a breve distanza di tempo fra loro, l’hanno ratificata[2]. Partendo da questo comune percorso di adesione ai grandi principi internazionali è possibile affermare che i due Paesi sono particolarmente sensibili al benessere dei propri bambini nelle loro politiche generali e mediante l’attivazione di tutti gli strumenti di supporto, sostegno e promozione individuabili.

Su queste basi culturali e operative comuni l’Italia e il Brasile sono impegnati da anni in una collaborazione attraverso l’adozione internazionale, l’Italia offrendosi come Paese di accoglienza e il Brasile nella veste di Paese di origine, secondo il principio di sussidiarietà, per la protezione dei bambini abbandonati per cui non si trova in Brasile una famiglia disponibile all’adozione.

Più recentemente si è formulata la proposta di una attività formativa bilaterale, che coinvolgesse gli operatori che si occupano di adozione di entrambi i Paesi. Questa iniziativa è stata l’evoluzione della precedente esperienza realizzata con una successione di appuntamenti internazionali organizzati nel corso del 2008[3]: in particolare il rafforzamento della cooperazione fra Brasile e Italia era stato richiesto dalla coordinatrice dell’Autorità centrale brasiliana durante il seminario europeo svoltosi a Firenze l’11 aprile 2008 e la vicepresidente della Commissione per le adozioni internazionali, con il supporto del responsabile scientifico della formazione, hanno presentato il 4-5 dicembre 2008 a Brasilia una bozza del progetto formativo bilaterale. Esso prefigurava già una compresenza di conoscenze reciproche dei rispettivi sistemi sociali, giudiziari e di protezione dell’infanzia ed uno scambio di esperienze che doveva essere declinato al meglio come una ‘formazione-intervento’ che ereditasse dalla ‘ricerca-azione’ tutti i fattori utili a costruire un percorso ‘prassi-teoria-prassi’[4].

Il fattore che si è rivelato determinante per la concreta progettazione condivisa dell’iniziativa è rappresentato dall’incontro a Brasilia nel dicembre 2008 con il segretario esecutivo della Commissao Estadual Judiciaria de Adoçao Internacional (CEJAI) dello Stato di San Paolo e con la presidente della Commissao Estadual Judiciaria de Adoçao (CEJA) dello Stato di Bahia, verificando una forte condivisione dello spirito dell’iniziativa e un consistente gradimento della stessa. Questi rapporti diretti, unitamente al fitto scambio di comunicazioni telefoniche, via e-mail e Skipe dei primi mesi del 2009, estese al successivo rapporto con la Commissao Estadual Judiciaria de Adoçao (CEJA) del Minas Gerais, hanno di fatto consentito all’Istituto degli Innocenti, operante per conto dell’Autorità italiana, di procedere nell’organizzazione tecnico-logistico-formativa dell’iniziativa.

 

2. La formazione progettata e praticata

La formazione bilaterale, interamente finanziata dalla Commissione per le adozioni internazionali, si è rivolta a 25 fra operatori italiani di tutte le regioni e giudici dei tribunali per i minorenni, e ad altrettanti giudici ed operatori brasiliani provenienti dagli Stati di San Paolo, Minas Gerais e Bahia[5]. La particolarità di questo percorso formativo è rappresentata dalla sua finalizzazione da un lato all’individuazione dei principali bisogni espressi dai bambini e dagli adolescenti in Brasile e alla conoscenza del tipo di risposte, in termini di servizi, sostegno e quant’altro, che il sistema giuridico e sociale riesce a proporre per loro; dall’altro alla migliore comprensione del lavoro svolto in Italia con le coppie aspiranti all’adozione e le famiglie adottive, oltre alla conoscenza del sistema dei servizi italiano non solo per il pre e post-adozione, bensì per la crescita dell’infanzia e dell’adolescenza più in generale.

Dello staff del progetto, interamente italiano, facevano parte, oltre il responsabile scientifico e formativo, due esperti provenienti dalle fila della magistratura minorile e dall’unico ente autorizzato pubblico e due tutor, mentre un regista e un funzionario amministrativo si sono occupati della documentazione video e della logistica. Gli esponenti dei diversi Stati brasiliani, in contatto costante con il responsabile scientifico, hanno quindi collaborato fin dal primo tempo alla migliore progettazione, contribuendo alla definitiva stesura del programma. L’intervento formativo è stato quindi avviato con un seminario nazionale preliminare rivolto alla delegazione italiana svoltosi nel luglio del 2009.

È seguito lo stage formativo, che è stato realizzato in Brasile nel settembre 2009. I partecipanti da subito si sono calati nell’identificarsi almeno in parte e in prima persona con le fatiche che devono affrontare le coppie aspiranti all’adozione e, successivamente, con lo spaesamento culturale cui devono far fronte i bambini quando raggiungono il paese di accoglienza. I magistrati brasiliani hanno dichiarato il grande disegno di lavoro per l’infanzia che ha alla base il loro Estatuto da Criança e do Adolescente (ECA), statuto del bambino e dell’adolescente[6] che rispecchia le ambizioni della comunità riguardo la cultura dei diritti del minore ma che, a venti anni dalla sua emanazione, non riesce ancora a trovare piena realizzazione. È stato quindi possibile ascoltare i pro e i contro della nuova legge brasiliana sulle adozioni internazionali[7] che ha fatto i suoi primi passi in parallelo allo svolgimento dello stage.

Gli approfondimenti hanno riguardato molti temi: la deistituzionalizzazione dei minori grandi e la collocazione di gruppi di fratelli nella collaborazione con le competenti autorità del Brasile; la concreta attuazione di piani di scolarizzazione e di formazione professionale per i minori di difficile adozione al fine di consentire il loro inserimento autonomo; gli istituti per minori e le diverse forme di accoglienza di tipo familiare e di affidamento familiare in Brasile (banche dati sullo stato giuridico dei minori; campagna nazionale dell’Associazione brasiliana dei magistrati denominata “Mude um destino” sui problemi dei ragazzi che vivono nelle strutture di accoglienza); il percorso delle coppie nel Brasile paese di origine fino all’abbinamento ed al rientro in Italia paese di accoglienza; le diverse esperienze di cooperazione internazionale che sono state prospettate nei loro esiti, in particolare dagli enti autorizzati italiani; e ancora, per quanto concerne l’adozione nazionale, la selezione delle coppie ed il coinvolgimento delle famiglie per prevenire le condizioni di abbandono. Per concludere sono state presentate le attese e le aspettative dell’Autorità brasiliana relativamente alla presentazione delle coppie, alla stesura delle relazioni, alla realtà – come viene prefigurata in Brasile – del post-adozione.

Successivamente è avvenuta la contestualizzazione degli strumenti formativi posti a supporto in un secondo stage svolto dai brasiliani in Italia nel gennaio 2010, al cui termine un seminario conclusivo congiunto delle due delegazioni ha completato l’articolazione progettuale.

Le sessioni di tavole rotonde per i confronti nel corso dei due stages e le tavole rotonde italo-brasiliane organizzate in occasione del seminario conclusivo hanno evidenziato una forte componente apprenditiva, caratterizzandosi anch’esse come momenti prettamente formativi.

  

3. Gli strumenti utilizzati per la qualità della formazione

Per la realizzazione delle diverse fasi formative sono stati messi a punto, condivisi e poi utilizzati una serie di strumenti prefigurando un processo di valutazione condivisa, e comunque orientata all’autovalutazione.

Un Dossier informativo (1° strumento) è stato costruito con diversi materiali progettuali, note informative sul Brasile e sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza in quel Paese, riferimenti della Commissione italiana alla cooperazione internazionale in Brasile, approfondimenti sui singoli Stati visitati e sulle loro procedure adottive (Bahia, Minas Gerais, San Paolo), vademecum finale con alcune informazioni utili[8].

È stato formato un documento con gli obiettivi formativi connessi allo stage (2°): a partire da una base pre-elaborata compatibile con le prefigurazioni progettuali, gli elementi di fattibilità verificati con i colleghi brasiliani sono stati poi modificati e articolati in base alle priorità e validati nel seminario preliminare svolto in Italia nel luglio 2009; analogo procedimento di verifica è stato realizzato durante lo stage in Brasile con gli esponenti dei diversi Stati brasiliani.

In base agli obiettivi individuati e alle specifiche competenze da acquisire, sono state poi precisate e scritte le domande chiave (3°) utilizzabili nelle diverse giornate di stage come start conversazionali.

Per consolidare l’apprendimento e documentare work in progress l’attività svolta è stato utilizzato un diario-agenda (4°) come spazio di annotazione giornaliera, orientato dalle domande-chiave trascritte per l’avvio di ciascuna giornata, ed è stato redatto un taccuino di viaggio (5°) come contenitore emotivo ed esperienziale, supporto più informale e integrato con la propria biografia e le proprie sensibilità professionali e personali, maggiormente colorato dal punto di vista emotivo[9].

Ha fatto seguito la socializzazione dei materiali e delle riflessioni in appositi incontri serali (6°) dello staff formativo, per finalizzare al meglio l’incontro congiunto, realizzato poi in Italia alla conclusione del progetto formativo.

Infine, la documentazione audio visuale (7°) dell’intero percorso formativo ha prodotto due filmati di circa trenta minuti ciascuno sullo stage in Brasile e su quello in Italia, che sono a loro volta un potente strumento formativo a disposizione dei soggetti impegnati nelle adozioni sul territorio nazionale. Uno stesso regista ha girato le sequenze principali nei tre Stati in Brasile e nelle diverse regioni in Italia, realizzando dei filmati di alta qualità.

Se l’applicazione del set completo degli strumenti ha potuto dispiegarsi nel lavoro con la delegazione italiana, nel caso della delegazione brasiliana si è dovuto procedere a un adattamento sincretico (ad esempio condensando il diario-agenda e il taccuino di viaggio in un unico strumento più agile) supervisionato dal responsabile italiano in collaborazione con i referenti dei diversi gruppi.

 

 4. La realtà brasiliana e la realtà italiana negli apporti formativi

La conoscenza reciproca di metodologie e prassi operative, avviata in Brasile e perfezionata poi in Italia nell’accurato accompagnamento di operatori e giuristi mediante le riflessioni e le sistematizzazioni teoriche, e le numerose visite di servizi diversificati e centri adozioni, hanno permesso di comprendere meglio le specificità dei bambini brasiliani e la qualità degli interventi realizzati con le coppie aspiranti all’adozione e con le famiglie adottive italiane.

Le numerose strutture visitate in Brasile hanno consentito di cogliere in quel grande Paese uno straordinario spirito di crescita e sostegno all’infanzia, realizzato spesso con risorse estremamente contenute e in assenza di contributi pubblici[10]. Successivamente l’approfondimento dei servizi all’infanzia e all’adolescenza in Italia, apprezzato come acquisizione di input significativi per l’evoluzione dei servizi, ha rassicurato la delegazione brasiliana sulla validità degli eventuali interventi necessari ai loro ragazzi dopo l’adozione.

Questi positivi riscontri del lavoro formativo realizzato, che per molti aspetti si prefigura anche come fortemente auto-formativo, hanno consolidato la convinzione da parte del Brasile e dell’Italia che sia possibile innescare un consistente effetto moltiplicatore relativamente alle esperienze innovative, a patto di analizzarne approfonditamente i contesti e le modalità applicative[11].

Il rinnovato entusiasmo al ritorno dal Brasile dichiarato da gran parte dei partecipanti italiani, quasi ‘contagiati’ dalla vitalità incontrata, e l’apprezzamento esteso per le multiformi proposte di sostegno all’infanzia e al percorso adottivo nel suo complesso espresso dai partecipanti brasiliani, sembrano essere la ‘cifra’ innovativa della formazione realizzata. Che appare tanto più importante riproporre e proseguire perche anche gli operatori, per non esaurirsi e scadere nel routinario, hanno bisogno, a loro volta, di apporti significativi e di ‘evoluzioni resilienti’.


* Formatore e psicosociologo, docente di Educazione degli adulti all’Università di Genova, consulente dell’Istituto degli Innocenti di Firenze. macario.g@gmail.com

Il testo fa riferimento alla prima esperienza di formazione congiunta nell’ambito delle adozioni internazionali realizzata fra Italia e Brasile nel 2009-2010 e documentata compiutamente nel volume della Commissione per le adozioni internazionali L’Italia e il Brasile per il benessere dell’infanzia nelle adozioni internazionali (a cura di G. Macario), Istituto degli Innocenti, Firenze 2011.

[1] E. Scabini, V. Cigoli, “Il legame adottivo: una forma radicale di genitorialità”, in R. Rosnati (a cura di), Il legame adottivo. Contributi internazionali per la ricerca e l’intervento, Unicopli, Milano2010.

[2] L’Italia ha ratificato la Convenzione de l’Aja con legge 31 dicembre 1998 n. 476; mentre la legge del Brasile di ratifica della Convenzione è entrata in vigore il 1 luglio 1999.

[3] 11 aprile 2008, Firenze, Seminario europeo “I servizi per il post-adozione in Italia e in Europa”; 4-5 dicembre 2008, Brasilia, 1° Meeting fra le Autorità centrali di Brasile e Italia con gli enti autorizzati italiani.

[4] Cfr. per approfondimenti G. Macario, L’arte di formarsi, Unicopli, Milano 2008, p. 122; Commissione per le adozioni internazionali, I percorsi formativi del 2009 nelle adozioni internazionali (a cura di G. Macario), Istituto degli Innocenti, Firenze 2012.

[5] Da segnalare la consistente collaborazione di un ente autorizzato particolarmente presente in ciascun territorio (Aibi per San Paolo, CIFA per il Minas Gerais, ARAI per Bahia), unitamente alla disponibilità degli altri enti autorizzati che operano in loco.

[6] Approvato con Legge n. 8069 del 13 luglio1990.

[7] Legge n. 12.010 del 3 agosto 2009 (in vigore dal successivo 3 novembre 2009).

[8] Il dossier è visionabile nel CD allegato al volume della Commissione per le adozioni internazionali L’Italia e il Brasile per il benessere dell’infanzia nelle adozioni internazionali (a cura di G. Macario), Istituto degli Innocenti, Firenze 2011, cit.

[9] Cfr. ‘Un primus inter pares fra i taccuini di viaggio’, in L’Italia e il Brasile per il benessere dell’infanzia nelle adozioni internazionali, cit., pp. 96-100, e i diari-agenda significativi, ibidem, pp. 39-96.

[10] I 1.300 ragazzi seguiti dalla Casa de cultura e cidadania di Santo Amaro a San Paolo, nei pressi di una grande favela, rappresentano a questo proposito un esempio estremamente significativo. Cfr. L’Italia e il Brasile per il benessere dell’infanzia nelle adozioni internazionali, cit., pp. 113-116.

[11] Cfr. in merito alla formazione degli operatori D.A. Schon, Formare il professionista riflessivo, FrancoAngeli, Milano 2006; G.P. Quaglino, La scuola della vita. Manifesto della terza formazione, Raffaello Cortina, Milano 2011.

 

Sull’esperienza in oggetto è stato pubblicato un volume dell’Istituto degli Innocenti di Firenze per conto della Commissione per le adozioni internazionali:

G. Macario (a cura di), L’Italia e il Brasile per il benessere dell’infanzia nelle adozioni internazionali. Innovazioni formative e scambio di esperienze, Collana della Commissione per le Adozioni Internazionali Studi e Ricerche n. 15, Istituto degli Innocenti, Firenze, 2011